Ciao bimbo mio,
t' ho lasciato tra il bianco di lenzuola pulite,
tra stanze in penombra,
lune alle finestre,
e oltre le finestre verdi giardini assolati.
Ho creduto stessi bene lì, e ho proseguito solo
passando da zingare e altre solitudini,
altri giardini,
altre lune e fiumi e laghi,
con una musica dentro e una corazza lucente fuori
come un' astronave per navigare nascosto in questo mondo.
Ho creduto stessi bene lì.
Ho sbagliato, bimbo mio,
lì abitava la paura
la paura per il malato con la tasca nuda
che veniva la notte
a farsi toccare.
Anche la luna poteva far paura con le sue ombre,
alla sua luce la Madonna,fuori dai vetri, ti mostrava la schiena.
C' era anche la paura per chi sapeva, chi era lì per studiarti,
e permetteva,
e ti chiedeva..
non c' era coperta che bastasse a nasconderti.
Ho creduto stessi bene lì.
Che non saresti mai cresciuto.
Sono tornato però, a cercarti per portarti via ma non c' eri,
solo case vuote
orti abbandonati
e scritte sui muri.
C' era ancora la Madonna di spalle,
le ho girato attorno, so che ti ci nascondevi a volte, tra gli arbusti,
ma nemmeno lì eri.
Forse ti sei fatto invisibile
Forse non me ne sono accorto e sei venuto via con me,
di nascosto.
Forse per questo non siamo mai cresciuti io e te.
Se davvero è così, è stato bello arrivare fin qui,
passando insieme da zingare e altre solitudini,
altri giardini,
altre lune e fiumi e laghi,
con una musica dentro
e in compagnia della nostra zingara.
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