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Visualizzazione dei post da febbraio, 2018

La vita è bella - Altra Generazione

Europa - Altra Generazione

Qui il rosso è un suono

Me ne andrò di qui un giorno, pensavo quando il freddo gelava la paraffina, l’ aria del mattino sapeva di gasolio, etere per motori e pungeva la pelle. Ci sarà pure un luogo migliore, una terra da conquistare, un chiosco alle hawaii su una calda spiaggia o una baita in montagna nell’ aria pura. Ma sono ancora qui perchè è qui quel luogo, qui abitano le cose desiderate, le vedi nello stupore di occhi incantati nell’ arcobaleno, qui parte il sentiero per arrivare ai narcisi, qui è l’ incanto di una bimba in canto, qui il rosso è distorto e caldo e potente, e risuona su filamenti di valvola, qui porto i sogni e i desideri in tasca, qui i fior di luna crescono sui palchi. Da qui si vede il cielo, e ci sono panchine confortevoli lungo la via. Qui si ama, si desidera e si spera. Penso ancora che me ne andrò di qui un giorno le parole sono le stesse, solo il senso è diverso.

Vecchi musicanti

Gli amanti sono nudi Nudi e disarmati, dirimpetto vestono di gioia e d’ armonia. Su per le pentatoniche si accarezzano. Un colpo di plettro alla corda, subito sfiorata dalle dita, produce vibrazioni acute. Conoscono a memoria la tastiera i tasti da premere per morire ancora. Ognuno un piccolo assassino. Rullanti che ancora si meravigliano delle vibrazioni delle loro vecchie pelli.

Una giornata al lago

http://www.larecherche.it/testo.asp?Tabella=Poesia&Id=47455 http://bonvinifranco.wordpress.com/2018/02/22/una-giornata-al-lago/ C'è una panchina dove il lago sembra più azzurro e l' aria più leggera, fresca e calda di ricordi. E' un po' più lontana delle altre, c'è un po' di strada da fare ma la riconosceresti tra mille, è l' unica con lo schienale ancora orientabile l' unica che ti mostra impossibili ricordi di passeggiate in carrozzina o di un bimbo che non sapeva decidere se guardare il lago, o la strada che anche la strada aveva il suo fascino. Passavano Guzzi rosso fiammante col volano luccicante, qualche Topolino o millecento e festose ragazze in bicicletta. Io scelgo sempre questa, orientata al lago, è da qui ti vedo arrivare, appoggiare alla balaustra e guardare il lago fino alla fontana là in fondo, che getta spruzzi altissimi, ti vedo passare una mano tra i capelli e sorridere. Ci metto sempre un po' a capire che non sei tu. Giro

Gocce di presente immaginato

Ogni tanto di giorno sparisco. Non solo in un paesaggio o in una poesia. Capita quando piccole gocce di presente immaginato si fanno vere poi scivolano a far parte dei ricordi. Quando un' immagine o un pensiero li risvegliano, riportandoli qui, veri, e feroci, ad alzare un desiderio, un sogno. E il nipotino se n'è accorto dice che ogni tanto sto a parlare con gli angeli. Non sa che non sono proprio angeli. Le ho tutte in tasca, quelle gocce, così che il viaggio si fa sempre più pesante mentre dovrei invece pensare a renderlo più leggero che le forze potrebbero calare presto. Forse ha ragione zia, che mi chiama bravo signore che mi chiede il nome ogni volta che mi sposerebbe se non fosse fidanzata che non ricorda con chi. Ma poi viene sera, e il silenzio e ricominciano a piovere piccole gocce di presente immaginato che si fanno vere, scivolano in tasca a farle ancora più pesanti. Ma le tasche reggeranno e reggerà l’ ultimo ponte

Bimbo mio

Ciao bimbo mio, t' ho lasciato tra il bianco di lenzuola pulite, tra stanze in penombra, lune alle finestre, e oltre le finestre verdi giardini assolati. Ho creduto stessi bene lì, e ho proseguito solo passando da zingare e altre solitudini, altri giardini, altre lune e fiumi e laghi, con una musica dentro e una corazza lucente fuori come un' astronave per navigare nascosto in questo mondo. Ho creduto stessi bene lì. Ho sbagliato, bimbo mio, lì abitava la paura la paura per il malato con la tasca nuda che veniva la notte a farsi toccare. Anche la luna poteva far paura con le sue ombre, alla sua luce la Madonna,fuori dai vetri, ti mostrava la schiena. C' era anche la paura per chi sapeva, chi era lì per studiarti, e permetteva, e ti chiedeva.. non c' era coperta che bastasse a nasconderti. Ho creduto stessi bene lì. Che non saresti mai cresciuto. Sono tornato però, a cercarti per portarti via ma non c' eri, solo case vuote orti abb
https://www.lafeltrinelli.it/libri/franco-bonvini/non-questo-mondo-i-sogni/9788892339156 Anche alla Feltrinelli!

I sogni non finiscono

http://www.larecherche.it/testo.asp?Tabella=Poesia&Id=47208 Cè un foro nella roccia da cui gocciola l' acqua. Non è in cima al mondo, solo in cima al mio mondo e non diresti mai che quelle gocce sono un mare di sogni. Cè un foro nella roccia, dicevo e l' acqua sgoggiola in un piccolo bacile di pietra, per togliere la sete ai viandanti. Trabocca poi in piccoli rigagnoli e pozze dove puoi saltarci dentro, schizzare l' acqua tutt'intorno e sporcarti le mani con la terra. Quando l' acqua si sarà calmata ti ci puoi specchiare puoi vedere il cielo attorno alla testa. Più in giù le pozze s' ingrossano si fanno marmitte dei giganti, ti ci puoi bagnare e alleviare il calore estivo. Ma già le gocce non sono più lì continuano e i rigagnoli si uniscono in cascate verso altre pozze ancor più grandi, con una muta puoi scendere insieme alla cascata cadere in una pozza insieme all' arcobaleno e proseguire fino alla cascata successiva. Finchè arriva a un fiume ancora imp

Non di questo mondo

Non ho sentito il colpo L' ho vista. stesa nella pozza d' acqua marcia e stagnante dietro il laghetto Precipitata in un giorno di vento, credo, alzando un' enorme zolla, grande quanto le sue radici. Una vecchia betulla nuda che non metterà più foglie a primavera Il vento passerà tra le radici senza movimento di foglia forse solo un leggero tremore alla corteccia Non c' ero quando è caduta E non ho sentito il colpo. Ma questo non cambia le cose. https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/poesia/381632/non-di-questo-mondo/

Sogno N°1

Vieni! Dicevi. Ti bacio.. E’ così che sono venuto stanotte.. con una mano sulla spalla. .. Tu non c’ eri.. Ma l’ anima illudeva la presenza e affrettava sempre più il passo. Finchè, uscendo, s’ espanse. Sculture: Jeann Pierre Le Cann

Fuochi sul lago

La ragazza era lì era la notte dei fuochi, sulla riva del lago li guardava brillare. La ragazza era lì seduta accanto a un dolore nel cono d’ ombra del salice che le sussurrava parole. Tutti quanti eran lì illuminati dai fuochi e ogni botto un desiderio ogni botto una meraviglia. La ragazza invece era lì in disparte se ne stava all’ ombra della luna il salice e i suoi rami le nascondevano le mani. E ogni botto un tremito di foglia un affondo di dita un fremito al seno. Come una carpa al salto che brilla le squame alla luna seguendo rotte sconosciute e riaffonda nell’ acqua dolce del lago. L’ ultimo botto le fece tremare il cuore ma nessuno se ne accorse che la ragazza sparì per un attimo nell’ acqua dolce del suo lago per un invisibile abbraccio di cielo e lago. Painting:  Sara Stradi.