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Visualizzazione dei post da dicembre, 2020

Let it snow, di Franco Bonvini [Poesia] :: LaRecherche.it

Let it snow, di Franco Bonvini [Poesia] :: LaRecherche.it Stamattina il mondo s'è svegliato tutto pulito e bianco stamattina il mondo s'è svegliato e sembrava un neonato che non sapesse d'esser nato. S'intuivano appena appena le strade ombre scure e rettilinee già tracciate sopra la neve gli alberi piegati come severi osservatori piegati dal peso di leggera, soffice e vaporosa neve. Tanto vaporosa da confondersi nell' aria con il cielo eppure nell' aria c' era come un' aria di attesa attesa che quel che è già stato appaia. Attesa che si sciolga, tutta quella neve, sposando la terra anche se questa provvisoria veste bianca sembra proprio un sogno sotto è già tutto scritto e disegnato e anche quello che c'è sotto mi piace ancora tanto. Anche se poi quel che appare non è più quel giardino segreto che da qui, ora, si riesce a immaginare.   Foto mia.

Guarda la voce, di Franco Bonvini [Poesia] :: LaRecherche.it

Guarda la voce, di Franco Bonvini [Poesia] :: LaRecherche.it Guarda la voce muove le foglie all'albero che come tante doppiatrici traducono l' inudibile voce così melodiosa quando si unisce al canto delle onde nella luce grigia che scende dai monti. E' un albero solitario sentinella da tempo immemore sulle rive ha visto l' origine della voce e te ne regala le forme. Forse è solo l'anima che sogna incantata dall' atmosfera ascolta mormorii e sospiri mentre la sentinella danza e canta riflessa sulle onde. Certo che è l'anima che sogna perchè è lì che si placa e si sente a casa amata.

Il costruttore di frecce, di Franco Bonvini [Poesia] :: LaRecherche.it

Il costruttore di frecce, di Franco Bonvini [Poesia] :: LaRecherche.it C'era una volta in fondo a una grande discesa da dove i bimbi scendevano su grandi carri di legno e cuscinetti d'acciaio una città. Oh, certo che si sbucciavano ogni tanto ma era quasi un vanto e poi in quella città ci abitava un'infermiera miracolosa che con due baci guariva i dolori. Era una città murata e stesa sulle rive di un lago sulle cui rive sorgevano castelli, e castellane che ti accoglievano nei giorni di pioggia. Era incastonata tra i monti e sulle cime piccoli indianini lanciavano frecce agli alberi e correvano sulle grandi praterie di narcisi. Da quelle cime partivano i falchetti che scendevano a lago a salutare i cigni e gli ospiti della castellana. Ci abitava anche il costruttore di frecce, il suonatore di fili d'erba e scalatore di rocce che sognava un piccolo indianino che lanciava frecce agli alberi. Lui e la sua regina infermiera, Lo riconoscereste ovunque, anche steso sul pavimen