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Il costruttore di frecce, di Franco Bonvini [Poesia] :: LaRecherche.it

Il costruttore di frecce, di Franco Bonvini [Poesia] :: LaRecherche.it

C'era una volta in fondo a una grande discesa da dove i bimbi scendevano su grandi carri di legno e cuscinetti d'acciaio una città.
Oh, certo che si sbucciavano ogni tanto ma era quasi un vanto e poi in quella città ci abitava un'infermiera miracolosa che con due baci guariva i dolori.
Era una città murata e stesa sulle rive di un lago sulle cui rive sorgevano castelli, e castellane che ti accoglievano nei giorni di pioggia.
Era incastonata tra i monti e sulle cime piccoli indianini lanciavano frecce agli alberi e correvano sulle grandi praterie di narcisi.
Da quelle cime partivano i falchetti che scendevano a lago a salutare i cigni e gli ospiti della castellana.
Ci abitava anche il costruttore di frecce, il suonatore di fili d'erba e scalatore di rocce che sognava un piccolo indianino che lanciava frecce agli alberi.
Lui e la sua regina infermiera,
Lo riconoscereste ovunque, anche steso sul pavimento del bagno con la barba mezza fatta che qualcun altro finirà,
aveva gli occhi pieni d'acqua, come i miei, e sulle rive sapeva farsi albero silenzioso,
restava solo un suono, d'armonica, che ancora si sente.

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..intanto i mughetti crescono senza tregua..

Annunzio saresti stato di quel che non fummo, di quello che fummo e non siamo più. In te sarebbero ritornati i morti e vissuti i non nati, sgorgate le acque sepolte. La poesia, da noi amata e non sciolta dal cuore mai, tu l’avresti cantata con gridi di fanciullo. L’unica spiga di due zolle confuse eri tu - lo stelo della nostra innocenza sotto il sole. Ma sei rimasto laggiù, con i morti, con i non nati, con le acque sepolte - alba già spenta al lume delle ultime stelle: non occupa ora terra ma solo cuore la tua invisibile/ bara. (Antonia Pozzi) ..intanto i mughetti crescono senza tregua..

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